Prima di parlare delle varie problematiche afferenti la spalla, facciamo alcune brevi considerazioni.
Innanzitutto la spalla è una NON articolazione, ovvero la sua caratteristica ampia mobilità in diverse direzioni, è dovuta, essenzialmente, al fatto che è una struttura formata da ossa, muscoli e soprattutto tendini/legamenti, i quali, appunto, garantiscono l’elevato grado di movimento, sui vari piani.
Proprio per questo motivo, essa è una struttura molto delicata, che va facilmente incontro ad eventi traumatici e/o degenerativi.
Gli eventi traumatici più ricorrenti avvengono durante le cadute, che possono procurare la così detta “lussazione”, mentre specifiche attività sportive (pallavolo, pallanuoto, beach volley e tennis, in primis), se protratte nel tempo, sono responsabili, di processi di lesione, a seguito di degenerazione di precisi tendini.
Personalmente, In quest’ultimo decennio, ho assistito ad un continuo e costante incremento di patologie, a carico della spalla, superando, a mio modo di vedere, le problematiche a carico della zona lombare.
Anche il NON muovere, per troppo tempo, la spalla (come capita, ad esempio, a coloro i quali svolgono attività d’ufficio) è mio parere, causa importante e determinante, per l’insorgenza di processi infiammatori e/o degenerativi.
In particolare, ho una personale “casistica” di spalle, fortemente e gravemente limitate nei movimenti, spesso associate a notevole grado di infiammazione (quella che viene comunemente definita, da medici specialisti, con il termine di “spalla congelata”) che riguarda, nello specifico, il sesso femminile, di età compresa tra i 45/55 anni, e, ulteriore dato, che ha un iniziale esordio infiammatorio della spalla destra (spesso, con autonoma risoluzione), che poi sfocia, con molto più dolore, coinvolgendo la spalla sinistra.
Il mio consiglio, per evitare che ciò accada, consiste nell’imparare ad “ascoltarsi” cioè a verificare se, durante l’attività lavorativa (qualsiasi essa sia) siamo troppo in tensione (ad esempio, con la spalla “alzata” e/o contratta) e, laddove sia possibile, “interrompere” più volte il proprio impegno (al fine di evitare, appunto, un accumulo indiscriminato di stress e rigidità muscolare), svolgendo alcuni semplici esercizi, che si possono svolgere, anche restando seduti alla propria postazione.
Gli esercizi che maggiormente consiglio, sono:
- effettuare delle “rotazioni” di spalla (verrà istintivo utilizzare il gomito, ma ci si dovrà, prontamente, correggere) sia in senso antiorario, che in senso orario. I movimenti dovranno essere lenti e ampi. Si potranno svolgere sia attivando, contemporaneamente, spalla sinistra e destra, oppure alternandole;
- effettuare delle “elevazioni” del cingolo scapolare, cioè alzando e abbassando, in modo molto lento e dolce, le scapole;
- fare dello stretching mirato (allungando, cioè, i muscoli della spalla, fino a che si percepisce un sollievo), in particolare dei seguenti muscoli:
- sovraspinato: in piedi, portare il braccio posteriormente (dietro la colonna) ruotando e inclinando la testa, dalla parte opposta;
- sottospinato: in piedi o da seduto, partendo con il braccio teso in avanti, portarlo all’interno (in chiusura) allungando, man mano il muscolo (che, ricordiamolo, è posteriore);
- piccolo pettorale: in piedi, con il braccio in elevazione a 45° (non 90°!), mi appoggio ad uno stipite/muro, con il corpo mi porto lentamente in avanti, fino a sentire che allungo il muscolo;
- gran dorsale: preferibilmente in decubito laterale, allungo il braccio fino a sopra la testa, allungando lentamente;
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