Saturazione ossigeno anziano: quali sono i valori di cui tenere conto

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Valutare con attenzione la saturazione dell’ossigeno nell’anziano è molto importante per poter tenere sotto controllo le sue funzionalità respiratorie, soprattutto in casi di individui già affetti da patologie a carico di polmoni o bronchi. Attraverso una corretta misurazione della saturazione è possibile verificare il livello di ossigenazione del sangue, individuando la percentuale di molecole di ossigeno che sono legate all’emoglobina.

Un rilevamento valido al fine di accertarsi che la persona stia respirando in modo adeguato e che non si trovi in una condizione di carenza di ossigeno. Soprattutto in un contesto ancora legato alla pandemia da Covid-19, negli ultimi anni è divenuto sempre più essenziale conoscere i parametri della saturazione e misurarla in autonomia, per tutelare la salute dei nostri cari e cogliere per tempo eventuali avvisaglie di danni ai polmoni. Vediamo in che modo misurare la saturazione dell’ossigeno nell’anziano e quali sono i valori di riferimento specifici nella terza età.

Saturazione ossigeno anziano: come misurarla

In ambito sanitario, la misurazione della saturazione è all’ordine del giorno, soprattutto in caso di eventuali emergenze. Come accennato, però, è importante monitorare simili parametri anche tra le mura domestiche: per questo la tecnologia ha reso di uso comune degli ausili specifici per questa evenienza. Sono ormai comunemente reperibili in farmacia, nei negozi sanitari o anche online dei pratici strumenti chiamati saturimetri o pulsossimetri.

Si tratta di un apparecchio manuale, piccolo e semplice da utilizzare: è sufficiente applicarlo su un dito per ottenere nel giro di pochi secondi le informazioni necessarie. Il display visualizzerà alcuni valori relativi alla saturazione, semplici da leggere e interpretare se si conosce il range dei valori normali per un soggetto sano. Tramite un sensore luminoso, l’apparecchio rileva con accuratezza la quantità di ossigeno presente nel sangue e nei tessuti ed è in grado di tradurla in un valore numerico. Per ottenere una misurazione efficace è indispensabile applicare lo strumento nel modo corretto, effettuando se necessario più misurazioni a stretto giro per accertarsi della veridicità dei dati. È bene anche tenere presente che la presenza di smalti e gel sulle unghie potrebbe alterare la misurazione.

Saturazione ossigeno anziano: i valori normali e quando preoccuparsi

Quali sono i valori normali di saturazione? Di seguito alcuni parametri di riferimento generali per la popolazione media. Per un individuo sano, uno stato di ossigenazione nella norma è indicato da valori che spaziano tra il 95% e il 99%: un valore del 100% potrebbe essere indice di iperventilazione. Valori tra il 93% e il 95% indicano una lieve ipossia, cioè una condizione di carenza d’ossigeno a livello dei tessuti.

Un parametro inferiore a 90% viene considerato insufficiente e dunque preoccupante, mentre valori tra il 90% e il 92% segnalano che l’ossigenazione potrebbe richiedere una ventilazione aggiuntiva, in virtù di una carenza di ossigeno. Per quanto riguarda gli anziani, intesi come la popolazione superiore ai 65 anni, il valore può assestarsi intorno al 95%: in caso di patologie pregresse, va bene anche tra il 91% e il 94%. In ogni caso è consigliabile tenere sempre informato il proprio medico curante su casi di bassi livelli di ossigeno nel sangue o nei tessuti.

Cosa fare dopo aver misurato la saturazione dell’ossigeno

Come accennato, attraverso un corretto esame della saturazione dell’ossigeno è possibile accorgersi in pochi secondi di eventuali alterazioni dei parametri standard: in questo modo si può contattare tempestivamente il proprio medico se c’è qualcosa che non va.

Una procedura che si rivela particolarmente utile in caso di positività di un anziano al Covid: in presenza di sintomi respiratori, tosse e febbre è molto utile effettuare misurazioni regolari. I sintomi che potrebbero far sospettare una bassa saturazione comprendono fiato corto, capogiri, tachicardia, colorito bluastro che si percepisce soprattutto nelle estremità, mal di testa e aumento della pressione sanguigna. Ad accentuare l’ipossia possono esserci cause quali asma, bronchiti, broncopneumopatie croniche, anemia ed enfisema ma anche polmoniti.

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