Università per anziani: come funziona e quanto costa

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Non si è mai troppo anziani per smettere di imparare. Non esiste un limite anagrafico per entrare a far parte di una università della terza età: si tratta di enti regionali che funzionano come delle vere e proprie accademie. Il loro scopo è quello di permettere a chi è più in là con gli anni di esplorare nuove conoscenze, attraverso specifici corsi in vari ambiti, in modo da favorire l’integrazione degli anziani nel tessuto sociale.

Tra i banchi di queste facoltà è possibile trovare persone di diverse fasce d’età, dai 50 ai 60 anni, fino ad arrivare persino ai 70. Il tutto senza necessità di diploma: del resto, in passato l’abbandono degli studi era piuttosto frequente e un simile requisito sarebbe molto limitante. Simili istituti sono presenti un po’ in tutte le parti d’Italia: vediamo insieme come ci si può iscrivere, in cosa consistono gli studi e come funziona nel dettaglio l’università della terza età.

L’iscrizione all’università

In genere, è consigliabile associarsi con più anticipo possibile rispetto a quando si ha intenzione di frequentare l’università, anche con un anno di preavviso. Si tratta in ogni caso di tempistiche molto variabili in base all’istituto scelto: è bene consultare il sito web dell’università per ottenere tutte le informazioni del caso.

Solitamente è sufficiente compilare una domanda di iscrizione, dove verranno indicati i corsi che si sceglierà di frequentare: le spese consistono principalmente in una tassa di iscrizione, che il più delle volte ammonta a cifre irrisorie. Una volta allegata tutta la documentazione, sarà possibile ricevere un libretto universitario proprio come quello degli atenei statali: è in questo momento che la “carriera accademica” può avere inizio.

Piano di studi e offerta formativa

Il programma da seguire può variare molto a seconda del territorio in cui si frequentano le lezioni. In generale, si può spaziare tra argomenti più classici come i corsi di lettere classiche, diritto, filosofia, storia e arte, fino a quelli più moderni come lingue, economia, marketing, comunicazione e cinema. In aggiunta, si può conseguire anche l’ECDL, meglio nota come patente europea, che fornisce le competenze di base sull’uso del computer. Nelle offerte formative sono spesso previste anche partecipazioni ad eventi culturali, teatrali, musicali, incontri con esperti e visite guidate.

Esistono perfino degli esami a tutti gli effetti, da sostenere sia nelle sezioni principali della facoltà, sia nelle numerose sedi locali. Al termine degli studi non si può ottenere una vera e propria laurea, ma in genere l’ente rilascia un attestato di frequenza, non valido a fini legali. Se però si sceglie di intraprendere un vero e proprio percorso di laurea, chiaramente ben più impegnativo, è bene tenere presente che non esistono limiti di età: per farlo può essere saggio rivolgersi alle università telematiche, in modo da abbattere le distanze e da seguire i corsi comodamente da casa.

L’università della terza età: perché sì

Per alcuni individui, frequentare l’università per anziani può voler dire tornare ad avere una vita attiva. Le competenze che si acquisiscono durante le lezioni sono solide e renderanno l’anziano più consapevole di ciò che lo circonda. Grazie ai corsi si possono sviluppare nuovi interessi, attraverso i quali si ha la magnifica opportunità di mantenersi sempre al passo con i tempi.

Tenere in allenamento le funzioni cerebrali e cognitive, poi, costituisce un toccasana per un invecchiamento più salutare. Buttarsi a capofitto nell’apprendimento e nello studio può aiutare a ridurre disagi tipici di questa fase della vita, come i sintomi depressivi e l’isolamento. A tal proposito, le università della terza età rappresentano soprattutto un luogo dove poter socializzare con i compagni di corso, permettendo così la nascita di nuove amicizie basate su interessi comuni. Non un qualcosa di scontato, se consideriamo che gli over 65 passano spesso molto tempo da soli.

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