Cos’è la sonnolenza negli anziani? Quali sono i motivi di una fenomenologia di questo tipo? Se si tratta di rari episodi non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma se si protraggono per lunghi periodi è bene indagare. Sensazioni di continua spossatezza sono molto comuni tra gli anziani, che spesso riportano al medico di fiducia sintomi di sonnolenza prolungata anche senza aver compiuto sforzi fisici importanti. Il più delle volte si tratta di casi di natura fisiologica, dovuti ad esempio ad un sonno notturno poco tranquillo o ad abitudini scorrette.
Durante il cambio di stagione, inoltre, un po’ di torpore può essere fisiologico, perché il corpo si sforza per adattarsi alle nuove condizioni climatiche. Ma in alcuni casi la stanchezza prolungata negli anziani può non essere una semplice conseguenza dell’invecchiamento, ma anzi diventare un campanello d’allarme.
Sonnolenza negli anziani: le cause più comuni
Tra i motivi principali della sonnolenza diurna negli anziani, come accennato, vi sono i disturbi del sonno: l’insonnia notturna è una patologia molto comune tra gli over 65, spesso dovuta alla nicturia, cioè alla necessità di alzarsi più volte durante la notte per recarsi in bagno.
Spesso e volentieri non è facile riprendere sonno dopo essersi svegliati, e questo porta a passare lunghe nottate in bianco, con inevitabili ripercussioni sulle abitudini diurne. Un’altra ragione molto diffusa risiede in una scorretta alimentazione o idratazione: mangiare troppo, assumendo cibi ricchi di grassi e zuccheri, rende più complessa la digestione e mette sotto sforzo l’organismo. Altre condizioni diffuse sono dovute all’assunzione di farmaci, come ad esempio antidepressivi e ansiolitici, che possono comportare una sensazione di torpore in chi li assume anche se questi ha già dormito a sufficienza.
Si tratta tuttavia di casi isolati, che potrebbero essere legati ad un’errata somministrazione e che richiedono per questo un confronto con il medico. Una patologia molto diffusa nella terza età è la depressione: ne soffre il 10% della popolazione anziana. Tra le conseguenze meno note c’è l’insorgenza di alcuni disturbi fisici, come alterazioni dell’appetito e del peso corporeo, stanchezza o disturbi del sonno come insonnia o ipersonnia.
Nella peggiore delle ipotesi, la sonnolenza diurna può essere uno dei primi sintomi della degenerazione cerebrale caratteristica del morbo di Alzheimer, come confermato da uno studio pubblicato nel 2018 dalla rivista Jama Neurology.
I rimedi per combattere la stanchezza
La prima cosa da fare in caso di eccessiva sonnolenza diurna è quella di parlarne con il proprio medico di base, che sarà certamente in grado di individuarne la causa. Se la letargia dovesse essere legata ai farmaci, il medico valuterà la possibilità di rivedere il dosaggio o di prescrivere un nuovo farmaco.
Il primo segreto per essere sempre in forze, comunque, resta senza dubbio quello di adottare un’alimentazione equilibrata, con le giuste dosi di frutta, verdura, legumi, cereali, latticini, pesce (ricco di Omega 3) e carne.
Per prevenire la disidratazione bisogna anche bere molta acqua, anche quando non se ne sente il bisogno: spesso, infatti, gli anziani hanno una percezione alterata della sete, che può risultare uno dei primi motivi di stanchezza e di perdita della lucidità mentale.
Sembrerà scontato, ma per essere meno affaticati durante il giorno è importante… dormire bene! Per questo il segreto è cercare di coricarsi sempre alla stessa ora, in modo da abituare il corpo a riposare solo in una determinata fascia oraria.
Per ridurre l’astenia, cioè quella sensazione di debolezza generale dovuta alla riduzione o alla perdita della forza muscolare, è bene praticare un po’ di esercizio fisico, anche moderato: attraverso la ginnastica dolce i muscoli si tonificano e l’organismo si rinvigorisce, tornando a funzionare meglio. Esistono anche degli integratori alimentari appositi per gli anziani, come la vitamina D, la vitamina B12 e il calcio, utili a fornire le giuste energie per affrontare la giornata.