Ancora oggi, nella vita di tutti i giorni, permane una reale incertezza e una certa difficoltà nell’uso corretto del termine “montascale”, spesso confuso con la simile alternativa “montascala”: ma si dice nella prima o nella seconda maniera?
Per assonanza, alcuni individui percepiscono “montascale”, nella forma plurale, come più appropriato, poiché il dispositivo in questione è finalizzato al trasporto di un passeggero lungo una serie di gradini. Altre persone, al contrario, potrebbero ritenere più adatto il singolare “montascala”, poiché il suddetto apparecchio viene montato su una specifica scala. Ma allora chi ha ragione? Cerchiamo di scoprirlo.
Si dice “montascala” o “montascale”? L’etimologia dei due termini
Vocabolario alla mano, le parole “montascala” e “montascale” sono entrambi termini composti, formati cioè dall’unione di due o più parole che, se accostate, creano un nuovo significato. In lingua italiana, tali vocaboli seguono spesso regole poco rigide, creando variabilità nell’uso. Facciamo un esempio: nelle parole composte “tagliaerba” e “apriscatole” si può notare come “erba” sia al singolare mentre “scatole” al plurale, anche se in entrambi i casi si tratta di strumenti che svolgono un’azione su più oggetti o superfici. Nel caso di “montascala” e “montascale”, dunque, tutti e due i termini risultano sensati e comprensibili.
Andiamo allora a scavare nel versante etimologico di entrambe. Nel primo caso, la forma singolare della parola “scala” deriva dal latino e si riferisce ad una serie di gradini o ad una struttura che consente di salire o scendere. “Montascala” significa pertanto “dispositivo che sale la scala”, intesa come singola struttura. Nell’accezione plurale del vocabolo, invece, “montascale” significa letteralmente “dispositivo che sale le scale”. In sostanza, se usiamo “montascale” ci stiamo riferendo ad una macchina che è destinata a funzionare su più rampe, mentre “montascala” parrebbe più riferirsi ad una singola scala, anche se all’atto pratico entrambi i termini vengono utilizzati per lo stesso strumento.
La risposta all’interrogativo
Una volta affrontata questa spiegazione, però, l’incertezza non sembra dissiparsi: si dice “montascala” o “montascale”? Si tratta evidentemente di terminologie molto simili, che creano una certa confusione perché, in mancanza di una chiara standardizzazione, vengono spesso usate in modo pressoché intercambiabile. In fin dei conti si tratta di una parola legata alle recenti tecnologie, e dunque relativamente nuova, che non ha avuto una forma stabile fin dagli esordi nel dizionario italiano.
In generale, però, diverse fonti sono concordi sul fatto che “montascale” sia da preferire, poiché rende meglio l’idea di un impiego su una serie di gradini o su scale multiple. Di contro “montascala”, nell’uso corrente, potrebbe risultare meno “naturale”. Entrambi i vocaboli, ad ogni modo, sono sostanzialmente corretti e si possono usare per indicare lo stesso ausilio per la mobilità, che consente agli utilizzatori di salire e scendere le scale.
Il servoscala e le differenze con il montascale
Spesso, a trarre in inganno nel parlato subentra anche il termine composto “servoscala”, utilizzato esclusivamente al singolare, che si riferisce in modo analogo ad un apparecchio per superare una scala o una rampa. Qui siamo di fronte ad un vocabolo d’uso più comune in ambito tecnico e commerciale, da considerarsi più corretto rispetto a “montascala”. Nonostante se ne faccia spesso ricorso in maniera alternativa, quasi come due sinonimi, “montascale” e “servoscala” non sono la stessa cosa, ma si tratta di due prodotti distinti. Il primo è un dispositivo per il sollevamento delle persone mediante il supporto di una poltroncina. Il servoscala è anch’esso impiegato per il sollevamento degli utenti, ma in questo caso si tratta di soggetti con mobilità molto ridotta, spesso costretti alla sedia a rotelle. Questi individui non possono muoversi in alcun modo se non, appunto, attraverso l’ausilio di carrozzine o altre tipologie di deambulatori. Il servoscala, insomma, si caratterizza per l’impiego di una pedana o una piattaforma che consente il sollevamento di una sedia a rotelle.