È ormai un dato di fatto come la nostra società sia sempre più attempata. Questo costante andamento rende necessario un ripensamento di istituzioni e servizi, soprattutto in funzione della maniera in cui ci si prende cura della terza età. Stabilire un rapporto con una persona in là con gli anni, in fin dei conti, può non essere semplice: bisogna essere in grado di sostenere in modo attivo i caratteristici bisogni fisici e psicologici dell’individuo non più giovane.
Vivere in armonia ad una certa età, infatti, rende necessario mantenersi attivi sia fisicamente che mentalmente, attraverso attività che incoraggino costantemente la motivazione. In queste righe proveremo a sviscerare alcune conoscenze utili ad allontanare gli stati depressivi nell’anziano, favorendo un invecchiamento sereno.
Influenzare la motivazione
Per cominciare, i primi a determinare la nostra motivazione siamo proprio noi stessi. Alla luce di questo, un atteggiamento positivo ci permetterà di partire con il piede giusto in qualsiasi operazione della nostra vita e ci farà sembrare qualsiasi compito in discesa. Partire sconfitti, di contro, è il primo passo verso il fallimento: nell’anziano, questa sconfitta si traduce spesso negli alibi dovuti all’età che avanza. Queste persone, infatti, tendono spesso ad attribuire i propri insuccessi ad elementi impossibili da governare. Si dimenticano le cose perché “si è vecchi” o perché si è vittime di uno stereotipo negativo? Alcuni studi scientifici condotti sugli anziani dimostrano come l’esposizione a messaggi che mettano in evidenza un declino delle loro funzioni cognitive di pari passo con l’età porta a diminuire la loro prestazione in un esercizio di memoria. Per questi motivi un primo step per chi segue l’anziano è quello di incoraggiare ad una visione più positiva legata all’invecchiamento, per ottenere delle ripercussioni notevolmente positive sulle prestazioni.
Come motivare un anziano
Alla luce di quanto detto, la strada per trarre il meglio da una persona anziana passa specialmente attraverso un ambiente che favorisca questa motivazione. Pertanto saranno fondamentali i nostri comportamenti, e soprattutto gli effetti che questi scaturiscono nell’altra persona. Dovremo porre l’accento sul modo in cui interpretiamo i suoi successi o insuccessi e sulle reazioni che forniamo in relazione ad essi. Ad esempio, se lo indurremo a pensare che non sia capace di portare a termine un determinato compito, probabilmente lui stesso si autoconvincerà di non esserlo: questo è tra i primi fattori che potrebbe predisporre l’anziano alla depressione, peggiorando il suo stato di salute. Per questo è fondamentale supportare la sua autonomia, instaurando in lui dei pensieri motivanti. Per far mantenere all’anziano un certo grado di autonomia è importante non sostituirsi a lui: un approccio costruttivo può essere suggerirgli delle strategie efficaci, in modo tale da incoraggiarlo ad avere un’immagine di sé come una persona utile, capace ed efficace nonostante gli anni che avanzano.
Alcune strade verso la motivazione
Tirando le somme, il primo passaggio in assoluto è quello di stabilire dei compiti e degli obiettivi, suddividendoli in piccoli step o suggerendo strategie efficaci per avvicinare questi obiettivi alla portata di tutti. Anche incoraggiare un anziano a raccontare episodi di vita passata può rivelarsi un semplice espediente per mantenerlo cognitivamente, emotivamente e socialmente attivo, migliorandone l’autostima ed elevando il suo spirito. Persino le nuove tecnologie possono rivelarsi delle ottime opportunità per gli anziani: non sostituiranno intimità fisica e vicinanza emotiva delle interazioni faccia a faccia, ma permetteranno di fronteggiare la solitudine e mantenere il cervello attivo e spronato. Molti anziani cognitivamente attivi vogliono “sentirsi utili”: identificare e introdurre argomenti o attività di conversazione in cui l’anziano può sentirsi desiderato e necessario, ad esempio chiedendo un consiglio o un’opinione su questioni pratiche e importanti sulla vita, gli permetteranno di mettere a disposizione degli altri la propria esperienza, instaurando in lui un senso di gratificazione.