Con l’attuale situazione in corso, ci troviamo tutti ad attraversare una fase unica (e si spera irripetibile) delle nostre vite. Il modo con cui conduciamo le nostre esistenze è dovuto cambiare: le nostre abitudini si sono trasformate e molte cose che ritenevamo immutabili hanno assunto forme diverse (vedi il lavoro, gli affetti, ecc…). Lo stesso vale per le ricorrenze e le celebrazioni. Si pensi alle immagini delle piazze deserte per il XXV aprile appena trascorso, scene che ci appaiono così estranee alla nostra esperienza da sembrare irreali. Chi di noi ha voluto ritagliarsi qualche momento di condivisione ha dovuto farlo al sicuro nelle proprie case organizzando flash mob (manifestazioni di carattere generalmente breve organizzate telematicamente, ndA) dalle finestre e dai balconi.
Anche per la Festa della Mamma le cose non potranno più essere come prima di questa quarantena. La festività, così come la si intende oggi, risale agli anni Cinquanta, quando furono organizzate celebrazioni dedicate alla figura della madre per scopi commerciali o religiosi. Nel 1958 fu avviato un dibattito in Senato sull’opportunità o meno di istituzionalizzare tale ricorrenza. In ogni caso, la festa si affermò a prescindere dal parere delle istituzioni. Da allora è tipica l’usanza per i bambini di fare regali o dedicare poesie alle loro madri in occasione di questa giornata. Tuttavia, con le scuole chiuse, non ci saranno le tipiche iniziative organizzate nelle classi dei più piccoli. Non ci saranno spettacoli, né sarà possibile festeggiare l’occasione speciale in locali o ristoranti. Per fortuna, però, sarà sempre possibile manifestare il nostro affetto con atti individuali e privati: atti che adesso saranno forse più sentiti, più intimi, proprio perché la situazione attuale ci impone di valorizzare di più ciò che davamo prima per scontato. E i social network, che si sono rivelati utili nel conservare un po’ dell’interazione sociale perduta, non mancheranno di certo di fare la loro parte: molti nonni, ad esempio, sono stati “costretti” ad adottare le nuove tecnologie di telecomunicazione per tagliare le distanze, questo è un altro effetto collaterale positivo che si tradurrà, con tutta probabilità, in un inedito argomento di interesse comune, condivisione e farà da collante intergenerazionale.
A seguire il celeberrimo proverbio “se la vita ti offre limoni […]”, allora magari potremmo considerare la festa non come l’occasione di trascorrere più tempo con la propria madre (visto che la quarantena ha già fatto sì che molte famiglie rimanessero unite più di quanto erano solite fare,) ma un tempo qualitativamente migliore. Soprattutto coloro che in questi mesi hanno riscoperto un rapporto che non coltivavano da tempo, potranno dedicare più sentitamente un ringraziamento a una delle figure più importanti della nostra vita. E per chi invece è rimasto separato dai genitori dall’inizio del lockdown e anche da prima, sarà un’opportunità per recuperare insieme un po’ del tempo perduto. Già da qualche giorno è stato reso possibile far visita ai congiunti: domenica 10 non solo sarà possibile far visita alle mamme d’Italia che vivono più vicine, ma anche farlo con un rinnovato spirito di vicinanza e affetto.
Se le circostanze impongono un cambiamento, non è detto che dobbiamo viverlo per forza in maniera negativa. La Festa della Mamma quest’anno potrà dare uno spunto per considerare sotto una nuova luce i rapporti filiali, perché no, anche con meno distrazioni. Ma sarà anche un’occasione per donare affetto e vicinanza a chi in questo periodo difficile ne ha particolarmente bisogno.
Articolo a cura di Elelift Montascale