Italiani più Anziani d’Europa: numeri e statistiche

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Negli ultimi anni si è sempre più intensificata la volontà e l’interesse nell’offrire agli anziani i mezzi tecnologici necessari a superare buona parte delle disabilità, soprattutto quelle motorie. Per questo motivo, sul nostro blog sottolineiamo spesso l’importanza di dispositivi come il montascale per anziani che rappresenta uno degli investimenti più proficui per il benessere fisico e mentale dei nostri cari in età avanzata.

La necessità di questi strumenti, tuttavia, è strettamente connesse ad un dato demografico fondamentale e che riguarda soprattutto l’Italia: il numero di anziani nella penisola. La recente indagine condotta da Eurostat ha di fatto sottolineato come gli italiani siano i più anziani d’Europa, un “fenomeno” che evidenzia diversi rischi e conseguenze sociali sul nostro territorio.

In quest’articolo andremo ad analizzare nello specifico i numeri raccolti in tali dati per avere un quadro chiaro della situazione in Italia.

Italiani più anziani d’Europa: l’età media

Il report di cui abbiamo fornito un’anticipazione nel paragrafo introduttivo arriva direttamente da Bruxelles e sottolinea un invecchiamento graduale di tutta Europa, con una particolare menzione per l’Italia che è al primo posto per età media.

Più nello specifico, secondo Eurostat l’età media degli italiani nel 2012 è pari a 47,6 anni, un dato che certifica la differenza importante con il resto d’Europa che invece si assesta anagraficamente intorno ai 44,1 anni di età. Volendo poi indagare più nel dettaglio sulla forbice che separa la nostra penisola dal resto degli Stati europei, è singolare l’ampio divario che ci separa da Paesi come Cipro, Irlanda e Lussemburgo, i tre più giovani in assoluto rispettivamente con un’età di 38, 38,5 e 39,1 anni in media.

Al contrario, a far “compagnia” agli italiani in cima alla classifica dei popoli più anziani troviamo la Germania con 45,9 anni di media ed il Portogallo appena sotto con 45,8.

Andando invece a segmentare la situazione nostrana, è possibile estrarre ulteriori dati che certificano l’anzianità italiana: nel 2020, ad esempio, si stimava che il 20,6% delle persone avesse un’età pari o superiore a 65 anni, mentre addirittura 7 milioni di italiani ha più di 75 anni.

Italiani più anziani d’Europa: i rischi per la popolazione

Naturalmente, al di là del dato puramente statistico il “primato” degli italiani come i più anziani d’Europa amplifica una serie di complicazioni e rischi per la salute non da poco. Recentemente abbiamo tutti sperimentato l’emergenza sanitaria dovuta al Covid che ha sottolineato quanto il fattore anagrafico possa essere determinante nell’affrontare determinati virus.

A prescindere dal Covid, sono tante le patologie che possono colpire gli anziani andando talvolta a saturare anche le strutture ospedaliere e complicando la gestione sanitaria in condizioni di emergenza. Non solo salute, perché il fatto che in Italia ci siano così tanti anziani nasconde un altro fattore a volte trascurato: la denatalità.

Nel nostro Paese, difatti, sono sempre meno le nascite e questo aspetto richiede un’analisi approfondita perché rivela un problema in profondità che coinvolge la sfera sociale ma anche quella economica. Sono i giovani, difatti, il motore di un popolo soprattutto dal punto di vista della produttività, per cui è verosimile pensare che un paese anziano possa avere meno stimoli per verso il progresso, in tutti i settori.

Naturalmente, la longevità va comunque considerato come un elemento positivo ma non il quadro sociale di una popolazione va analizzato a tutto tondo per far sì che emergano anche tutti gli aspetti ad esso correlato. Per questo motivo, se da un lato è bene apprendere che i nostri cari in età avanzata siano comunque ancora tutelati e protetti e che quindi si siano innalzate le aspettative di vita, dall’altro lato bisognerebbe incentivare le nascite per assicurarsi un futuro fatto di investimenti, ricerca e nuovi sviluppi in tutti i settori.

Non è un caso, difatti, se oggi l’Italia è “famosa” anche per la fuga di cervelli, intesa come un gruppo folto di giovani che non si sentono valorizzati in terra proprio e che quindi scelgono di emigrare lontano dalla patria alla ricerca di un futuro migliore. A questo tema si lega il fenomeno dello spopolamento che sta colpendo sempre di più le zone di montagna ed il Sud Italia e, di conseguenza, le speranze di vedere un paese vivo e fervente dal campo sociale e politico fino a quello economico.

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