IPOTONIA: il “nuovo” malessere.

Problemi vecchiaia

In questo articolo, voglio parlare di una problematica che riscontro sempre più frequentemente tra i miei pazienti e, cosa più grave, in soggetti di prima età adulta, (vale a dire, nella fascia di età compresa tra i 22/40 anni), ovvero l’ipotonia, che sta a significare una riduzione importante del tono muscolare, anche in assenza di specifiche patologie a carico dell’apparato nervoso e/o muscolare.

Tale situazione è favorita, senza dubbio, dalla scarsa, per non dire, a volte, inesistente, propensione a qualsiasi attività motoria e/o sportiva, poiché, la “modernità” (associata alla “comodità”), nonché lo svolgere lavori, più o meno sedentari, ci hanno abituati, appunto, a ridurre al minimo i nostri “movimenti”, in generale.

E’ molto importante, invece, abituare il nostro corpo, fin da piccoli, a muoversi il più possibile, per stimolare sia l’equilibrio, sia la capacità di percepire e riconoscere la nostra posizione nello spazio (propriocezione). Inoltre, è proprio con il movimento e l’attività motoria, che, già a partire dalla fanciullezza (o età scolare), si stimola lo sviluppo del numero delle miofibrille (ovvero le fibre muscolari) oltre che ad apportare indubbi benefici, in termini di aumento del tono muscolare.

Al contrario, come spiegavo all’inizio, una prolungata inattività (oltre che, l’avanzare dell’età) porta ad una inevitabile riduzione del tono muscolare, dalla quale può derivare, contemporaneamente, una ipostenia (cioè una difficoltà a compiere semplici movimenti, con facile e veloce insorgenza di affaticamento), e a favorire l’insorgenza di problematiche infiammatorie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (questo perché, la scarsa capacità del muscolo a contrarsi, per compiere il movimento, aggrava le strutture tendinee e legamentose, facendole, appunto, infiammare).

Abbiamo però, la possibilità, in qualsiasi momento, di porre fine a questa problematica.

In che modo? Vi chiederete.

La risposta è: con semplici esercizi di “ginnastica” isometrica (ovvero, esercizi di contrazione “statica” della muscolatura) che potrete svolgere in modo autonomo e in qualsiasi momento della giornata (NO appena svegli, o subito dopo i pasti, preferibilmente).

Ecco alcuni esempi:

  • SALITA: questo esercizio, permette di rinforzare il quadricipite (coscia): si tratta si effettuare delle spinte in “salita” su apposite pedane o semplici gradini delle scale.
  • FLESSIONE ADDOMINALE: il classico esercizio, che permette di rinforzare gli addominali:  si effettua da sdraiati, busto e piedi appoggiati a terra, mentre le gambe sono piegate. Ci si stacca da terra e con le braccia allungate, si va in direzione delle gambe, compiendo appunto, una flessione.
  • FLESSIONI DA POSIZIONE ERETTA: questo esercizio, permette di rinforzare la muscolatura delle braccia: in stazione eretta, flessione del busto di 30° contro il muro, appoggiato con le braccia piegate. Si può effettuare sia in posizione frontale che laterale.
  • STAZIONE ERETTA SU UNA GAMBA: questo esercizio serve, oltre a rinforzare la muscolatura delle gambe, a stimolare l’equilibrio: in stazione eretta, si “alza” una gamba da terra (portandola piegata a 90°) e si sta in appoggio sull’altra gamba.
  • AFFONDI: altro esercizio di rinforzo del quadricipite: in piedi, si porta una gamba in avanti, sulla stessa ci si porta in flessione, effettuando appunto, degli “affondi”.
  • CORSA SUL POSTO: si può considerare come un esercizio di “riscaldamento”: si tratta di portare, alternandole, le gambe in flessione di 90° verso l’alto (ginocchia alte).

 

L’esecuzione di questi esercizi, deve essere effettuata, in modo graduale, andando cioè, ad “aumentare” il numero di esercizi, il numero di ripetizioni e/o l’intensità. man mano che il tono muscolare aumenta.

In linea di principio, è consigliabile mantenere le “contrazioni” in un periodo di tempo compreso tra i 30 secondi e il minuto; inoltre è importante far passare, tra lo svolgimento di un esercizio e l’altro, il tempo necessario, per “recuperare” dallo sforzo (mediamente, almeno 4/5 minuti).

In caso di anomalo affaticamento, insorgenza di capogiri, aumento eccessivo di battiti cardiaci,  e/o in presenza di specifiche patologie (pressione alta, ad esempio) chiedere, preventivamente, consiglio al proprio medico, prima di continuare gli esercizi.

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