Inappetenza Anziano: come stimolare l’appetito

adolescenti caregiver

La perdita di appetito è un problema molto comune tra le persone anziane, in particolar modo durante la stagione estiva. Si tratta di una condizione da non prendere troppo alla leggera perché anche un’inappetenza lieve, se sottovalutata, può trasformarsi in poco tempo in un caso grave, fino a raggiungere casi di vera e propria malnutrizione.

Del resto, la salute degli anziani passa anche, e soprattutto, attraverso l’alimentazione: ecco dunque quanto è importante conoscerne i disagi, in maniera tale da prevenirli e affrontarli al meglio.

Inappetenza anziano: perché non hanno appetito?

Alterazioni di gusto e olfatto, problemi ai denti, difficoltà a masticare o nella digestione: sono solo alcuni esempi di una serie di cambiamenti fisiologici che contraddistinguono l’invecchiamento, modificando inevitabilmente le abitudini quotidiane. Tra queste abitudini mangiare non fa eccezione e, per questo, sedersi a tavola può diventare addirittura una fatica, quasi un peso che può tranquillamente essere evitato: l’anziano perde così interesse nel cibo, in quella che nella peggiore delle ipotesi può sfociare in un vero e proprio stato di depressione.

Gli individui che vivono soli, a tal proposito, fanno più fatica a prepararsi da mangiare e per di più vedono venire meno quel momento di convivialità che rende il pasto un’occasione per stare insieme ai propri cari, chiacchierando e trascorrendo del tempo con loro. Con l’avanzare dell’età, inoltre, il metabolismo si impigrisce, facendo sì che l’organismo si ritenga soddisfatto anche con un minore fabbisogno energetico. Anche l’assunzione di farmaci o la presenza di alcune patologie sono fattori che possono contribuire al guaio dell’inappetenza. Persino i continui cambiamenti climatici possono influire sull’alimentazione: doversi barcamenare tra le calde minestre invernali e i piatti freddi estivi può rivelarsi una delle cause meno note della perdita di appetito.

2. Alcuni consigli per stimolare l’appetito

La mancanza di sostanze nutritive fondamentali, insomma, è nociva per il corretto funzionamento dell’organismo umano. Per questo motivo è importante correre ai ripari prima del tempo, garantendo che l’anziano si nutra sempre nella maniera migliore possibile. Ma come fare? Il primo segreto è quello di garantire una nutrizione equilibrata e diversificata, che incuriosisca e stimoli anche chi è più in là con l’età e non lo tedi con una dieta poco varia.

In media, per un uomo over 65 normopeso che compie un’attività fisica moderata sono necessarie tra le 1700 e le 2000 kcal giornaliere, mentre per le donne sono sufficienti meno di 1700 kcal. Per questo motivo, frutta, verdura, cereali, legumi, carne, pesce, uova e latticini vanno distribuiti nell’arco di tutta la settimana per garantire una dieta eterogenea. Tra i condimenti che aiutano a contrastare il calo di peso, l’olio d’oliva è un vero e proprio toccasana in ogni alimento.

Mai saltare i pasti: colazione, pranzo, cena e spuntini devono essere sempre rispettati. Le porzioni non devono essere troppo grandi, ma piuttosto sane e nutrienti, garantendo in tavola sia primo che secondo piatto. Organizzare pranzi e cene in compagnia, con amici e familiari, può essere un saggio espediente per convincere l’anziano a mangiare a sufficienza. Di pari passo con il cibo, non va dimenticata l’importanza di una corretta idratazione, utile a governare tutti i processi metabolici. Spesso gli anziani tendono a bere poco, correndo il rischio di disidratarsi, senza contare che l’acqua può costituire un incentivo nella stimolazione dell’appetito.

Per questo bisogna bere almeno otto o dieci bicchieri di acqua naturale al giorno, evitando alcolici e bevande gassate e zuccherine. Una corretta igiene orale e una cura meticolosa delle protesi dentarie può prevenire determinate infezioni del cavo orale, che possono comportare difficoltà nell’alimentazione e dunque inappetenza. Se si ha difficoltà nella masticazione, infine, è bene prediligere cibi semisolidi o frullati, così da non affaticare l’individuo nella deglutizione.

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