Digiuno intermittente: è salutare per gli anziani?

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Alternare periodi di normale assunzione di cibo a tempi prolungati, anche di svariate ore, in cui non si ingerisce alcuna fonte di energia. Il digiuno intermittente è un regime alimentare che sta diventando sempre più popolare per via della sua semplicità e per la promessa di risultati a dir poco miracolosi. Ma funziona davvero? I suoi effetti sul nostro corpo sono scientificamente provati per tutti, anche per gli anziani?

Prima di rispondere a queste domande, sono doverose alcune premesse sul funzionamento dell’organismo umano. Per lavorare correttamente, le nostre cellule hanno bisogno del glucosio ricavato dagli alimenti, che funge loro da combustibile. Nel momento in cui non facciamo rifornimento di cibo per svariate ore, il corpo richiede una nuova fonte di energia e si nutre attraverso le riserve di grasso che abbiamo immagazzinato in precedenza. Questo fa sì che il glucosio nel sangue si abbassi, ma non solo: anche pressione sanguigna, frequenza cardiaca a riposo, trigliceridi e colesterolo si regolarizzano.

Il deficit calorico provocato da una restrizione calorica intermittente non ci fa dimagrire in maniera “diretta” ma ci permette di bruciare calorie più velocemente perché accelera il metabolismo. Va da sé che, per funzionare, questo sistema ha comunque bisogno di essere associato ad alcune buone abitudini, come vedremo più avanti.

Digiuno intermittente: come funziona

La forma più diffusa di digiuno intermittente consiste nel nutrirsi esclusivamente durante una singola finestra di otto ore al giorno: per questo motivo viene denominata “metodo 16:8”, cioè 16 ore di digiuno e 8 ore in cui è possibile mangiare.

Esistono tuttavia approcci ancor più stringenti, che comportano periodi ben più lunghi senza cibo, della durata anche di giornate intere. Ma cosa introdurre nel nostro corpo nel lasso di tempo in cui possiamo mangiare? Per cominciare sono indispensabili le proteine, essenziali nel conservare la massa muscolare che altrimenti si indebolirebbe durante l’astinenza. Poi carboidrati (meglio se integrali), ortaggi e frutta fresca, per garantire un apporto di vitamine e fibre. Da tenere sotto controllo, invece, un eventuale apporto eccessivo di zuccheri e il consumo di bevande alcoliche.

Viste queste accortezze, è importante precisare che la restrizione calorica intermittente non deve coincidere con un “digiuno fai-da-te”: è sempre meglio non fare di testa propria e affidarsi all’aiuto di un professionista per evitare problemi di salute.

Digiunare è davvero utile?

Dopo aver capito il funzionamento del digiuno intermittente, è giunto il momento di chiedersi se esso funziona davvero. Alcuni studi, tra cui quello condotto da un team dell’Università della California San Francisco, hanno ipotizzato che questo regime alimentare porti al dimagrimento allo stesso modo di una comune dieta che preveda una riduzione delle calorie giornaliere. Si tratta quindi di modi diversi per raggiungere lo stesso obiettivo. Non è particolarmente importante, insomma, l’orario in cui ci si nutre, ma quante calorie si apportano nel proprio piano alimentare.

Certamente questo tipo di abitudine non fa male alla salute, ma non è adatta a chiunque. Non è scontato, infine, che si riesca a mantenere questo sistema per troppo tempo: per questo può essere più saggio scegliere un’alimentazione più bilanciata e più sostenibile nel lungo periodo.

Digiuno intermittente e anziani

Quando invecchiamo, il nostro organismo diminuisce molte delle sue capacità fisiologiche. L’idratazione si riduce, l’adipe aumenta, la massa muscolare si indebolisce, le ossa diventano più fragili.

Anche la percezione degli stimoli corporei cambia: la sensazione di fame e di sete, quindi, viene alterata. Queste sono tutte possibili cause di malnutrizione, che nella terza età insorge più facilmente. Per questo, lunghi periodi di digiuno non sono particolarmente indicati ad una certa età. Non abbiamo prove degli effetti che una dieta così drastica possa avere nel lungo periodo su un anziano.

Per questo motivo la restrizione calorica intermittente non è raccomandabile, oltre che agli anziani, a bambini, ragazzi in fase in crescita, donne in gravidanza e alle persone alle prese con una malattia cronica.  

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