Barriere architettoniche: cosa sono e come abbatterle

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L’abbattimento delle barriere architettoniche diventa sempre più un tema cardine nell’ambito della progettazione di edifici e città. In tal senso, avanza sempre più la convinzione che i nuovi spazi vadano ripensati in favore dell’accessibilità e a tutela del disabile e di chiunque abbia difficoltà motorie.

Migliorare gli spazi urbani, dunque, passa sempre più attraverso l’eliminazione di questi ostacoli, che mettono a rischio la libertà di movimento negli spazi e negli edifici pubblici. Per quanto riguarda le singole abitazioni, la miglior soluzione per abbattere le barriere consiste nel montascale per disabili, un dispositivo che supera scale e dislivelli sollevando gli individui con ridotta capacità motoria o con difficoltà di movimento.

Un concetto soggettivo

Cos’è una barriera architettonica? Viene definito tale qualsiasi elemento che vada a impedire o comunque limitare gli spostamenti o l’utilizzo di servizi da parte di persone con una capacità motoria limitata. La più grande incognita legata a questo concetto sta nel fatto che ogni disabilità ha esigenze e privazioni diverse, e per questo motivo un elemento che non costituisce barriera per un individuo può diventare ostacolo insormontabile per un altro.

Ne consegue che il concetto di barriera architettonica può essere percepito in maniera estremamente diversa da ogni individuo. Per questo è fondamentale stabilire dei parametri comuni, per far sì che il maggior numero di persone possibile possa godere di una sempre maggiore libertà di movimento.

Definizione di barriera architettonica

La normativa italiana ha stabilito una definizione di barriere architettoniche come quella serie di ostacoli o impedimenti, di forma temporanea o permanente, che impediscono all’utente di fruire in piena sicurezza di tutta quella serie di funzioni, attrezzature e servizi che lo spazio antropizzato dovrebbe garantire a tutte le categorie d’utenza.

Gli esempi più comuni di barriera architettonica sono le scale, le porte strette, le pendenze eccessive, gli spazi ridotti. Ma esistono diversi casi di barriere meno evidenti ma ugualmente deficitarie: per un non vedente, ad esempio, un semaforo privo di segnalatore acustico può diventare una barriera pressoché insormontabile.

Come abbattere le barriere: il quadro normativo italiano

In soccorso al tema dell’accessibilità, in Italia è arrivata la legge numero 13 del 1989, che stabilì per la prima volta termini e modalità in cui determinati ambienti debbano essere accessibili. Ulteriori indicazioni sono arrivate con il Decreto Ministeriale numero 236 del 1989, che definisce tre diversi principi per un efficace abbattimento delle barriere architettoniche.

Il primo di questi è l’accessibilità, ovvero la possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di raggiungere un edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruire di spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia.

La visitabilità è la possibilità per l’individuo con disabilità di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Per spazi di relazione si intendono tutti quegli spazi di soggiorno dell’alloggio e di ambienti di lavoro, servizio e incontro.

L’adattabilità è la possibilità di modificare nel tempo e con costi limitati lo spazio costruito, allo scopo di renderlo completamente e agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale. Lo stesso decreto stabilisce una serie di parametri per una migliore qualità della vita di chi ha problemi a superare le barriere architettoniche: le dimensioni minime delle porte, le caratteristiche delle scale, la pendenza delle rampe pedonali, gli spazi necessari alla rotazione di una sedia a ruote, le dimensioni degli ascensori e le casistiche della loro necessità, le caratteristiche di un servizio igienico accessibile e così via. Ogni nuova costruzione deve quindi necessariamente rispettare tutte queste norme, e i vecchi edifici devono essere opportunamente adeguati al momento della ristrutturazione.

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