Cosa succede agli anziani innamorati e coinvolti sentimentalmente da un punto di vista fisiologico? Nella società moderna, grazie al progresso della medicina, invecchiamo sempre più tardi. A farci paura, quindi, più che le malattie alle quali spesso e volentieri si può porre rimedio, sono la debolezza fisica e soprattutto la solitudine. Tuttavia sono proprio le relazioni, l’interesse verso gli altri e il coinvolgimento affettivo a diventare degli ottimi alleati per vivere più a lungo e in buona salute.
Rispetto al passato, l’innamoramento in terza età non è più un tabù e può diventare un momento di scoperta e di gioia, un sentimento vero. Del resto l’amore non è soggetto al tempo e non si esaurisce con il passare degli anni. È assolutamente normale, quindi, percepire quell’insieme di sensazioni e di emozioni provate anni addietro in maniera immutata, anche una volta superati i 65 anni. La scienza stessa lo conferma: i sentimenti sono importanti non solo a livello di umore, ma anche per la salute dei nostri anziani.
Uno studio della Japan Geriatric Society ha svelato come gli anziani che si trovano in una relazione siano più portati a mantenersi attivi sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Le ragioni sono da ricercare in un nuovo senso di responsabilità nei confronti del partner e in una ritrovata energia nel vivere un’opportunità affettiva che si pensava ormai impossibile.
L’amore tra anziani: un sentimento saggio
L’amore è una complessa combinazione di emozioni che coinvolge attrazione, affinità di pensiero, interesse. Negli anziani si basa principalmente sulla spiritualità: il rapporto può diventare meno passionale, ma si arricchisce.
I sentimenti in terza età sono più maturi, liberi dalle incertezze e dai tormenti delle relazioni giovanili. Il bagaglio di esperienza accumulato negli anni porta così le coppie a vivere una relazione più serena ed equilibrata, con un approccio più concreto e consapevole. Una storia d’amore tra due anziani può essere un impulso naturale e positivo, che dà energia, voglia di vivere, desiderio di ritrovare una seconda giovinezza.
Si arriva, così, a curare di più il proprio corpo, a coltivare degli hobby, ad uscire, a praticare nuove attività culturali e sportive: tutte attività che non possono fare altro che bene. Vivere una relazione in età avanzata vuol dire anche godersi insieme il momento, senza fare progetti a lungo termine e senza ricadere nella routine. Spesso gli anziani si comportano come eterni fidanzati, frequentandosi stabilmente ma rimanendo ognuno in casa propria, mantenendo così le proprie consolidate abitudini.
L’approccio alla sessualità
Con il passare del tempo, non è detto che il desiderio di sessualità e intimità fisica non resti forte: a 75 anni solo un uomo su quattro perde interesse per la sessualità. Secondo alcuni studi, le persone fisicamente sane restano sessualmente attive fino oltre gli 80 anni. Anche ad 80 e 90 anni esiste, quindi, sia nell’uomo che nella donna, una certa capacità nei rapporti sessuali.
Tuttavia, ci si può ritrovare a fare i conti con un fisiologico cambiamento nelle performance, per il quale non c’è nulla da temere: menopausa e andropausa non sono la fine della vita sessuale. Non esistono certo pozioni magiche: il supporto farmacologico può essere un valido aiuto, ma è bene fare il passo successivo prima di tutto dal punto di vista mentale.
Lo stare insieme, quindi, non va più necessariamente incentrato sulla performance, ma piuttosto focalizzato sulla dimensione emotiva, affettiva e relazionale. Da questo punto di vista può essere importante affrontare i propri cambiamenti fisiologici parlando con uno specialista, per trovare il modo di conciliare i propri desideri e bisogni con l’età che avanza.