Qual è la dieta più adatta per un soggetto disabile? Uno stile di vita sano è indicato in particolar modo a chi è costretto alla sedia a rotelle o allettato: vista la tendenza a bruciare meno calorie, il rischio è di prendere troppo peso e soprattutto di essere soggetti a nuove patologie. In certi casi di allettamento, una delle complicazioni dovute all’immobilità è la formazione di piaghe da decubito.
L’eventualità opposta è la malnutrizione, dovuta ad un deficit di macronutrienti o micronutrienti, che si evidenzia con eccessiva perdita di peso o di massa muscolare. Tornare in forma, vista la tendenza a bruciare meno calorie, può diventare poi impresa complicata: basti pensare che in media il metabolismo complessivo di un disabile diminuisce di oltre il 30%, anche per via di una minore massa magra attiva. Ecco quindi quanto diventa importante seguire una serie di accorgimenti per prevenire problematiche incombenti.
Generalmente, un uomo sano ha bisogno di circa 2500 calorie al giorno per mantenere il suo peso corporeo, mentre a una donna ne bastano circa 2000. È chiaro che, per una persona disabile, il dispendio energetico non sarà lo stesso: per mantenere un peso nella norma è indispensabile dunque assumere meno calorie.
Dieta come stile di vita
Indicato da molti nutrizionisti come il regime nutrizionale per eccellenza, il modello mediterraneo è senza dubbio un valido alleato nel mantenere la forma fisica anche per chi ha una mobilità ridotta. Si tratta di una dieta che garantisce l’introduzione dei nutrienti principali, in particolare vitamine e minerali.
Un’alimentazione, dunque, che bilanci alla perfezione l’apporto di carboidrati, grassi e proteine privilegiando cereali (meglio se integrali), frutta, verdura, legumi, pesce, carni magre, latte e derivati e utilizzando olio extravergine di oliva come principale condimento. Le proteine, in particolare, saranno fondamentali a prevenire la perdita muscolare dei pazienti allettati. Il calcio, imprescindibile nel prevenire l’osteoporosi, può essere riequilibrato con formaggi magri, frutta secca e soia. Grande importanza rivestono anche frutta e verdura, utili anche a combattere eventuali forme di stitichezza e ad introdurre antiossidanti.
È consigliabile fare tre pasti principali intervallati da due spuntini, uno a metà mattinata e uno al pomeriggio, evitando di mangiare “fuori orario”. È molto importante, inoltre, bere almeno un litro e mezzo o due di acqua al giorno: idratarsi serve a cervello, intestino e muscoli, ma spesso non è facile convincere anziani o allettati a dissetarsi. Per bere di più, dunque, può essere utile introdurre nel piano alimentare bevande come the, tisane o camomille, prestando attenzione agli zuccheri aggiunti. Vanno limitate il più possibile cattive abitudini quali l’assunzione di cibi e bevande ricchi di grassi, sale e zucchero, bibite gassate e bevande alcoliche, e va abolito completamente il fumo. Potrebbe essere necessario, infine, prendere degli integratori, anche se solo sotto autorizzazione di un medico.
Alcune semplici accortezze
Nel paziente disabile, sarebbe ideale monitorare il peso controllandolo almeno una volta al mese, facendosi aiutare dagli specifici centri di assistenza se necessario. No alla pigrizia, sì all’attività motoria: chi l’ha detto che i disabili non possono fare sport? L’allenamento con i pesi, ad esempio, costituisce una buona opzione per chi è sulla sedia a rotelle. È comunque possibile rivolgersi ad un personal trainer per scoprire gli esercizi più adatti a seconda del tipo di disabilità. Non solo: allenarsi può essere un modo per evadere dall’isolamento provocato dalla disabilità e per vivere nuove esperienze. Anche in questo caso l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: durante l’attività sportiva bisogna rimanere sempre idratatati, ed è raccomandabile mangiare qualcosa qualche ora prima di allenarsi e, allo stesso tempo, non fare attività prima di un intervallo di due ore dopo aver finito di mangiare.