Adolescenti Caregiver: i numeri di un fenomeno in crescita

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Il fenomeno legato all’assistenza sanitaria soprattutto nell’ambito della mobilità è sempre più in crescita e negli anni sono sempre di più le figure professionali e non solo che si dedicano a questa tipologia di mansione. Fermo restando che ad oggi esistono comunque dispositivi di assistenza alla mobilità come i montascale per anziani, recentemente diversi studi hanno dimostrato l’evoluzione del numero di adolescenti caregiver mostrando un fenomeno in sviluppo.

In particolare, nel corso di quest’articolo andremo ad analizzare nello specifico questo trend cercando di individuare le ragioni di tale crescita e soprattutto i luoghi in cui questo fenomeno sta assumendo contorni sempre più ampi.

Adolescenti caregiver: i Paesi coinvolti

L’indagine pubblicata sul International Journal of Care and Caring evidenzia la crescita della figura e dello sviluppo di nuovi adolescenti caregiver soprattutto in Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Svezia, Svizzera e Regno Unito, con in particolare il nostro Paese che vanta la percentuale maggiore di persone che si impegnano ad accudire i propri nonni o comunque le persone in età avanzata.

In Italia, difatti, si registrano il 59,3% dei caregiver adolescenti, seguiti poi dagli sloveni col 37,8% e subito dopo dagli svizzeri col 34,2%; in quest’ottica vale la pena anche porre la lente di ingrandimento sul dato anagrafico che meglio identifica tali assistenti. Sempre secondo la stessa ricerca, va evidenziato il fatto che i casi analizzati riguardano i ragazzi con un età compresa tra i 15 e i 17 anni, un dato davvero significativo che dimostra quanto quest’ultimi stiano diventando fondamentali per il benessere dei propri cari.

Sempre dati alla mano, tra i caregiver in età adolescenziale per quanto riguarda l’Italia si registrano molti più casi femmine, circa il 67%. Questo dato sottolinea principalmente la capacità del gentil sesso di prendersi cura e di accudire gli anziani, con quest’ultimo aspetto che risulta determinante: l’indagine condotta infatti mostra che tra i ragazzi ci sia meno “disponibilità” ad accogliere un genitore o un fratello malato, quasi come se verso i nonni ci sia un’urgenza affettiva diversa che favorisca moralmente il senso di protezione verso i propri cari.

Questo dato comunque non deve lasciare naturalmente spazio a speculazioni di alcun genere perché a prescindere dalla figura da accudire va ricordato che il caregiver è un ruolo davvero dispendioso sotto diversi punti di vista e quindi non vanno certamente biasimate le persone che non si reputano all’altezza per un impegno tanto gravoso.

Ad oggi, infatti, esistono strutture con personali altamente qualificato per prendersi cura dei cari in età avanzata anche perché in buona parte dei casi quest’ultimi richiedono una consapevolezza dal punto di vista sanitario che un adolescente non sempre (o quasi mai) potrà avere. Dunque, sicuramente poter contare sull’aiuto di un familiare rappresenta una carta in più in ambito assistenziale ma questa facoltà non va indotta in maniera forzata anche perché come vedremo nel paragrafo successivo può avere anche riscontri negativi sull’adolescente.

Adolescenti caregiver: alcuni aspetti negativi

Se finora ci siamo concentrati sull’importanza e sui benefici apportato dagli adolescenti caregiver nella cura dei propri cari, è giusto anche andare ad approfondire l’altra faccia della medaglia che coincide con alcuni effetti negativi importanti.

In primis, va sottolineato il nesso statistico per il quale l’assistenza sanitaria fornita dagli adolescenti coincide nella maggior parte dei casi con un rendimento scolastico inferiore alla media. Più nello specifico, per quanto riguarda l’Italia almeno il 10% dei soggetti intervistati ha affermato di aver visto notevolmente ridursi il proprio rendimento scolastico, un dato che sale al 17% se si guarda a tutti gli adolescenti dei Paesi analizzati.

Non solo, prendersi cura di un anziano soprattutto se con difficoltà importanti richiede impegno costante che nel caso dei caregiver adolescenti sfocia spesso e volentieri in stress mentale e fisico. A chiudere il quadro degli effetti negativi c’è poi il fenomeno del bullismo come sottolineato da circa il 15% dei casi analizzati a livello europeo, anche perché in età così giovane non è semplice per tutti capire l’importanza di certi gesti che invece vengono quasi visti come una sorta di sottomissione o come atteggiamenti poco “cool” agli occhi dei coetanei.

La conseguenza diretta di questo fenomeno è il fatto che alcuni adolescenti abbiano avuto anche pensieri autolesionisti o comunque abbiano assunto un atteggiamento di chiusura su cui difficilmente si potrà lavorare. Insomma, come nella maggior parte dei casi non esiste una strada corretta ma la giusta misura sta sempre nel mezzo, per cui se da un lato è nobile che alcuni giovani restino vicino ai propri cari, dall’altro lato il peso di una responsabilità ed un impegno così serio non può essere solamente a loro carico.

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